Con ordinanza n. 23073, depositata in data 25.07.22, la Corte di Cassazione respingerà il ricorso proposto dalla Compagnia Assicurativa avverso la sentenza della Corte d’appello con la quale la stessa Compagnia veniva condannata a restituire il premio unico versato dal contraente-assicurato, pari ad euro 75.000,00, oltre alle cedole maturate e maturande.
In primo grado la domanda di rimborso richiesta dal contraente-assicurato era stata rigettata, mentre in appello veniva accolta con condanna degli appellati (Compagnia ed intermediario), in solido, alla restituzione del capitale, oltre interessi.
La Corte di merito aveva precisato che mentre la polizza assicurativa sulla vita andava identificata come quella in cui il rischio dell'assicurato era assunto dall'assicuratore, nel caso di investimento finanziario il rischio era completamente assunto dall'assicurato.
Osservò quindi che l'informativa data al cliente era del tutto contraddittoria e fuorviante e che, in particolare, nella brochure informativa, veniva riferito che il capitale versato veniva "garantito alla scadenza mediante il rimborso del 100%" unitamente al pagamento di una cedola annuale fissa dell'1%, garanzia confermata nel corso del rapporto mediante l'invio di estratti conto, recanti la dicitura "valore della prestazione minima garantita alla data di scadenza contrattuale: euro 75.000,00", somma rappresentante l'importo totale della polizza sottoscritta.
Nel fascicolo informativo invece emergeva la contraddittorietà della garanzia di restituzione del capitale versato resa dall'intermediario e - di conseguenza - nel contratto redatto dall'assicuratore non era pacifica la garanzia restitutoria e quindi veniva accertata la violazione degli obblighi informativi previsti a tutela del cliente, con conseguente obbligo restitutorio del capitale versato dal contraente-assicurato.
Avv.Francesco Frigieri