Il punto sul patto di famiglia


Il patto di famiglia è regolato dalla legge 14 febbraio 2006, n. 55, che ha introdotto nel codice civile il capo V-bis, "Del patto di famiglia", composto da sette articoli (dall’art. 768-bis all’art. 768-octies), modificando anche l’art. 458 c.c. per includere il riferimento agli articoli sul patto di famiglia. Questa normativa deroga le disposizioni generali sull'eredità e la collazione.

L'intervento legislativo è stato motivato da una Raccomandazione della Commissione UE del 7 dicembre 1994 e dalla Comunicazione n. 98/C, 93/02, con l'obiettivo di incoraggiare gli Stati membri ad adottare strumenti giuridici per pianificare il passaggio generazionale e la continuità delle aziende familiari.

Il patto di famiglia offre all'imprenditore la possibilità di derogare al divieto dei patti successori, consentendo la gestione dell'azienda all'interno della famiglia.

I passaggi chiave per raggiungere questo obiettivo includono la scelta degli eredi idonei alla gestione, il trasferimento dell'azienda o delle partecipazioni e la liquidazione ai legittimari non assegnatari. Tuttavia, ci sono sfide aggiuntive quando si opera all'interno di società di persone, come la necessità del consenso di tutti i soci per modificare lo statuto.

Le norme principali per le società di capitali sono specificate per le diverse tipologie di società. Inoltre, l'accordo deve rispettare gli accordi preesistenti nell'impresa familiare.

La liquidazione dei non assegnatari comporta una compensazione, che può anche avvenire mediante trasferimento di altri diritti. La valutazione delle quote riservate ai non assegnatari si basa sui beni attribuiti all'assegnatario alla data del patto.

La natura giuridica del patto è dibattuta, con alcune interpretazioni che lo considerano una donazione modale e altre come un negozio giuridico tipico.

Il contratto del patto di famiglia deve essere concluso per atto pubblico e soggetto a disposizioni specifiche in materia di impresa familiare e tipologie societarie.

L'inosservanza delle disposizioni può portare all'impugnazione del patto dai partecipanti, con un termine di prescrizione di un anno. La risoluzione delle controversie è devoluta preliminarmente agli organismi di conciliazione previsti dalla legge.

Infine, il patto può essere sciolto o modificato tramite diverso contratto o recesso, previa dichiarazione certificata da un notaio, e deve essere conforme alle disposizioni del capo relativo al patto di famiglia.

Il trattamento fiscale del patto di famiglia è fondamentale per il passaggio generazionale dell'impresa, prevenendo litigi tra i discendenti e garantendo continuità aziendale. Le plusvalenze attribuite dall'azienda non sono soggette a imposizione diretta se il controllo viene trasferito definitivamente ai figli. Le imposte sulle successioni e donazioni sono esenti per trasferimenti aziendali ai discendenti e al coniuge tramite patto di famiglia. Tuttavia, i trasferimenti compensativi possono essere tassati. Le imposte ipotecarie e catastali sono esenti per trasferimenti immobiliari a discendenti e coniugi. La tassazione proporzionale si applica solo se c'è un corrispettivo per la risoluzione del patto di famiglia. La giurisprudenza varia: una decisione penalizza l'assegnatario, un'altra lo favorisce. La Corte di Cassazione ha chiarito che il patto di famiglia deve garantire l'unitarietà del controllo societario. Le liquidazioni per conguagli non sono esenti dalle imposte, ma la franchigia fra disponente ed assegnatari è confermata.Inizio modulo

Se hai domande sull'istituto, puoi farle in quanto sono abilitati i commenti.

Avv. Francesco Frigieri