La risposta pare negativa.
Lo afferma la sentenza della Corte di Cassazione n. 19561, depositata il 17.6.2022, poichè, se da un lato viene ribadita l’applicazione della franchigia riferibile al rapporto genitore-figli, anche con riferimento alle somme corrisposte a conguaglio fra l’assegnatario ed i non assegnatari, (dando seguito alla sentenza Cass. 24.12.2020 n. 29506), dall’altro lato, tuttavia, viene escluso che l'assegnatario ed i non assegnatari possano beneficiare dell’esenzione ex art. 3, comma 4 ter, D.L.vo 31 ottobre 1990 n. 346, per i trasferimenti di partecipazioni di controllo.
Sotto il primo profilo, (franchigia genitore-figli) viene confermato il principio secondo il quale, alla liquidazione operata dal beneficiario-assegnatario del trasferimento dell'azienda o delle partecipazioni societarie in favore del legittimario non assegnatario, ai sensi dell'art. 768-quater cod. civ., è applicabile il disposto dell'art. 58, comma 1, d.lgs. n. 346 del 1990, intendendosi tale liquidazione, ai soli fini impositivi, donazione del disponente in favore del legittimario non assegnatario, con conseguente attribuzione dell'aliquota e della franchigia previste con riferimento al corrispondente rapporto di parentela o di coniugio.
Sotto il secondo profilo, (estensione dell'esenzione ex art. 3 comma 4 ter, D.L.vo 31 ottobre 1990 n. 346), viene affermato il carattere speciale della disciplina nella quale nessun richiamo è fatto alle liquidazioni dei conguagli in favore dei legittimari non assegnatari.
Tali liquidazioni devono, pertanto, ritenersi escluse dall'esenzione, posto che la norma, come qualsiasi previsione agevolativa, non può che essere di stretta interpretazione, in quanto derogatoria rispetto al regime impositivo ordinario (con riferimento ad altre fattispecie, vedansi: Cass., Sez. 5", 17 marzo 2020, n. 7387; Cass., Sez. 6^-5, 9 ottobre 2020, n. 21873).
In ogni caso, è fatta salva la franchigia fra disponente ed assegnatari.
Avv,Francesco Frigieri